I programmi fedeltà: deal o scam?

I programmi che premiano la fedeltà di chi li utilizza sono sempre di più, a mano a mano che aumenta l’interesse delle persone verso questo tipo di prodotto, allo stesso tempo questi proliferano nel numero. Nel nostro testo andremo a parlare proprio di questo, cercando di capire se questo tipo di programmi sono validi oppure no, e anche quale sia al momento uno dei migliori.

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Quali sono i brand da guardare nel 2022?

Ogni anno il mercato tende a rivoluzionarsi quasi completamente quindi è probabile che un marchio che qualche mese prima non aveva alcuna rilevanza riesca a migliorare la sua importanza. Ormai si deve tenere presente che molti marchi possono offrire nel corso del tempo dei prodotti a grande livello tecnologico che quindi possono essere apprezzati da un vasto pubblico di utenti.

Il problema sta nel fatto che non sempre il prodotto migliore riesce ad avere il grande successo di mercato che merita ma viene superato non in termini tecnologici ma per cause esterne come una politica di mercato più aggressiva.

I brand da guardare nel 2022che possono nascondere delle interessanti opportunità

I brand da tenere in grande attenzione nel 2019 sono i più interessanti per coloro che vogliono dei prodotti di qualità in tutte le categorie merceologiche tenendo presente comunque che ormai non è possibile pensare di rimanere sul mercato senza investire nelle nuove tecnologie riuscendo in questo modo a proporre prodotti sempre più appetibili.

La pandemia da COVID, inoltre, ha gettato le basi per un dibattito acceso tra coloro che seguono la medicina, le case farmaceutiche, e coloro che invece, sulla base del principio dell’automedicamento e autodeterminazione scelgono per la propria salute vie alternative e più sicure quali l’omeopatia e le medicine naturali.

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Coronavirus: come cambia il settore lavoro

I grandi e improvvisi mutamenti che stanno investendo l’intero tessuto sociale, letteralmente travolto dall’emergenza provocata dalla pandemia Coronavirus, stanno avendo importanti ripercussioni anche sul mondo del lavoro.

Un numero elevatissimo di aziende ha urgenza di ripensare la propria organizzazione e di snellire tutti quei processi tradizionalmente svolti all’interno di uffici e studi. 

Procedure consolidate e consuetudini vengono rapidamente messe da parte, gli spazi fisici vengono abbandonati per dare il via ad un processo di rinnovamento che, in condizioni normali, avrebbe trovato piena applicazione solo tra qualche anno.

“Il Coronavirus è un prezioso esperimento di sociologia”

Il primo passo di questo processo è certamente il Lavoro Agile, i cui vantaggi sono ben descritti da  Domenico De Masi  professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

 In qualità di fondatore della SIT, Società Italiana Telelavoro, per la diffusione del telelavoro e la sua regolamentazione sindacale, il professor De Masi non ha esitato a definire il Coronavirus un “prezioso esperimento di sociologia , sottolineando come lo smart working applicato all’improvviso ed in larga scala per favorire il distanziamento sociale, sia da considerare, in termini di benefici e produttività, “il modo migliore di lavorare”.

Quanto era diffuso il lavoro agile prima dell’attuale emergenza sanitaria?

Uno studio condotto dall’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano riferisce che nel 2019 erano 570.000 i “lavoratori agili” in Italia, numero in crescita del 20% rispetto all’anno precedente, ma, stando ai dati dell’Eurostat, il nostro Paese è ancora sotto la media europea per utilizzo dei vantaggi forniti dalla tecnologia.

 Il motivo di questo ritardo in Italia è da imputare, secondo l’analisi del professor De Masi,  ad “una resistenza patologica al cambiamento”, nonostante evidenti vantaggi per le aziende, i lavoratori e l’ambiente. 

Lo Smart Working consente infatti un importante contenimento dei costi di gestione delle strutture aziendali, un generale alleggerimento dei processi produttivi, una maggiore flessibilità oraria per il lavoratore e una drastica riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico in città. 

Nel nostro Paese, prima dell’emergenza sanitaria, lo Smart Working oltre a non essere largamente diffuso, era applicato a livello opzionale esclusivamente a seguito di accordi individuali. 

Oggi i decreti del Governo hanno di fatto liberalizzato questa forma di lavoro consentendo alle aziende di scegliere il lavoro agile senza accordo individuale. 

Siamo pronti a far nostro questo modo di lavorare?

Per cogliere appieno questa opportunità le aziende dovranno riorganizzare  gerarchie e collaborazioni, gestire efficacemente le persone radunandole non più attorno ad tavolo ma attorno a un progetto, in modo snello, dimenticando gli uffici e le riunioni in spazi rigidamente interpretati.

Alle diverse figure professionali coinvolte in questo processo si chiederà di far proprio un nuovo schema mentale e di accogliere una vera e propria rivoluzione culturale del lavoro. E, di conseguenza, della formazione: se prima conseguire un diploma di laurea online era considerato un’ “alternativa”, ora e per molto tempo sarà considerata la normalità.

Come sottolineato in una interessante guida sulle professioni del futuro realizzata da Risorse.it da tempo impegnata nella creazione di percorsi formativi su misura per i lavoratori nell’ottica di un “long life learning” (e ora in prima line per lo sviluppo dello Smart Working), è fondamentale focalizzare la formazione nell’ambito della tecnologia e del digitale.

Imparare a gestire grandi mole di dati e informazioni attraverso la semplificazione dei nuovi media è indispensabile per i giovani candidati ma anche per i lavoratori con maggiore anzianità aziendale perché, soprattutto oggi, non si può mai smettere di imparare!

Come resiste la ristorazione nell’era del Covid

La ristorazione e il Covid-19 non vanno d’accordo. Durante il lockdown, indubbiamente è stata piegata dalla chiusura dei ristoranti, delle pizzerie, dei pub: nessun locale era aperto. Ma la ristorazione resiste, ed è questo il bello: noi italiani amiamo mangiare, e sappiamo come coniugare i piaceri della tavola alla prevenzione della nostra salute. 

Ristorazione e Covid: qual è la situazione?

Per adesso, i ristoranti sono aperti e continuano tuttavia a seguire le regole di prevenzione del Coronavirus; tavoli distanziati, mascherine indossate poco prima di sedersi ai tavoli, igienizzarsi le mani poco prima di entrare nel locale. Poche e semplici regole che ci permettono di uscire, ma di non essere contagiati. 

Indubbiamente, molti ristoratori hanno deciso di investire sul proprio locale: hanno rivalutato il menù, scelto delle operazioni di marketing, investito sui clienti. Purtroppo, c’è anche un’altra faccia della medaglia: tanti locali hanno chiuso, molti ristoratori, dopo una vita trascorsa in cucina, hanno scelto di non riaprire. In questo momento, è importante sostenere i ristoratori, ma anche proteggersi da eventuali contagi. 

Dove mangiare a Rimini 

Una delle mete preferite dagli italiani sin dagli anni ’60 è indubbiamente Rimini. Per il turista stagionale e balneare, Rimini è la meta ideale: hotel e ristoranti per famiglie, parchi divertimento, spiagge e anche storia, grazie ai borghi che si trovano nelle immediate vicinanze. 

ristoranti di pesce a Rimini sono un vero e proprio must. Tra i più famosi e pregiati, troviamo il ristorante “Al Moccolo”, amato per la qualità offerta e per il servizio attento. Il ristorante Prua a Rimini offre una varietà di cruditè invidiabile: pesce fresco e dal sapore che difficilmente scorderemo. Un’altra tappa immancabile è lo Zodiaco; una selezione di primi piatti di pesce e di dolci superlativa. 

Un agriturismo con ristorante a Rimini è il Germano Reale: le sue attenzioni al cliente e la qualità del cibo è davvero indimenticabile. Perfetto per chi desidera rigenerarsi e uscire dalla città, pur rimanendovi vicino.

Arredamento casa: come cambiano i prezzi in tutta Italia

Credete che arredare casa sia un po’ la stessa cosa a tutte le latitudini? Sbagliate. Il budget da destinare all’acquisto dei mobili varia, ed anche parecchio, da uno stato all’altro ed addirittura da una regione all’altra. 

Perché ciò accade? Beh, essenzialmente perché l’arredo casa è un settore commerciale come tutti gli altri e quindi soggetto a macro e micro leggi del mercato che contribuiscono a meglio definire i prezzi di un dato prodotto e che, ovviamente, possono variare in relazione a particolari riguardanti la territorialità.

Quanto costa arredare? I parametri universali

Come si determina il costo di un pezzo d’arredo? Un armadio non è sempre un armadio? No, e vi spieghiamo subito il perché. Innanzitutto conta la qualità del prodotto: una cosa è comprare un mobile in legno massello ed una cosa è comprare un mobile costruito con un materiale che poco si discosta dal cartone. Sotto la voce “qualità” però dobbiamo inserire anche la fattura ed il design nonché l’aspettativa di vita del prodotto. 

Un altro parametro su cui basarsi è la dimensione, la metratura della mobilia. Arredare un angolo cottura, ci arriviamo un po’ tutti, non è esattamente come riempire le pareti di una stanza di una ventina di metri quadri. 

Sul costo finale dell’articolo infine agiscono anche la qualità del servizio e la professionalità del rivenditore. Chiaramente poi dovrete tener conto pure del rapporto qualità-prezzo. Insomma sia che compriate delle cucine a Lecce sia che acquistiate delle cucine a Catania, nessun rivenditore si sognerà mai di chiedervi un compenso superiore o inferiore ad un determinato standard. 

Quanto costa arredare? I parametri territoriali

Ai parametri appena elencati comunque dovrete aggiungerne altri: avrete così un’idea di come possano cambiare i prezzi dei mobili in tutta Italia. Considerate innanzitutto la presenza più o meno massiccia di realtà locali impegnate nella produzione di arredo casa. 

Valutate anche la disponibilità di materia prima, nonché di corsi universitari utili alla formazione di progettisti e designer. Ma non abbiamo ancora finito. In assenza di tali realtà determinate se e come la vostra regione può sopperire a tali carenze. Esistono sufficienti vie di commercio e comunicazione? Le vostre città sono professionalmente appetibili? 

Insomma: rapportate al settore le più comuni leggi del mercato, della domanda e dell’offerta e tutto vi sarà chiaro…

OIKIA: il nuovo portale immobiliare

Presentiamo un nuovo portale immobiliare che, a pochi mesi dal suo esordio, sta ritagliandosi progressivamente una fette consistenti di un mercato in apparenza già saturo di servizi similari. Con una forte presenza sul territorio, affidata a tecniche di marketing non meno old-school di pubblicità televisive, ma non meno efficaci, OIKIA si pone come un importante player del settore annunci immobiliari online.

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Il settore moda online: up or down?

Come sta andando il settore della moda online? Negli anni, abbiamo visto un cambiamento radicale nei nostri metodi di acquisto. Da quando internet è ormai divenuto una estensione del mondo reale, offrendo negozi, shopping online e tanto altro, molti di noi hanno preferito navigare online per trovare quanto ci occorreva.

Come va il settore della moda online?

Sono molti i brand, infatti, che hanno dovuto adeguarsi e mettere uno shop online, per permettere ai propri clienti di acquistare abiti e non solo. In particolare, il mondo della moda ha subito una rivoluzione: se in negozio troviamo solo una parte dei capi di abbigliamento disponibili, online troviamo tutte le collezioni complete e anche quelle passate.

Di conseguenza, molte persone hanno deciso esclusivamente di fare i propri acquisti online e di guardare in negozio alcuni capi prima di prenderli. Ma tutt’oggi il settore della moda online è ancora sulla cresta dell’onda, oppure l’attenzione comincia a calare? Il consumatore medio vuole risparmiare tempo e soldi.

Andare in negozio significa comunque spendere benzina e, magari, trovare meno sconti rispetto al negozio online; di solito, i brand inseriscono una sezione “offerte” o “saldi” davvero preziosa.

Up or down: un andamento generale

In realtà, a distanza di anni, il settore della moda online è in piena crescita. No, non si sta arrestando: ogni giorno, infatti, sono aperti decine di nuovi e-commerce se consideriamo l’Italia: da siti di vendita Moncler online fino al laboratorio di costumi da bagno, fino ai vestiti online e anche alle scarpe su internet. Se andiamo invece a considerare il mondo intero, il numero sale di molto. La comodità di poter fare acquisti online è irrinunciabile per molti. Parliamo di persone che lavorano, che non hanno il tempo materiale di poter sbrigare delle commissioni.

Inoltre, come abbiamo visto prima, gli sconti e i cataloghi più ampi rimangono uno dei punti forti di questa pratica. Vi permettono di avere le idee più chiare, di potervi sedere sul divano di casa e di leggere le caratteristiche, valutare i prezzi in altri negozi senza doverli andare a cercare di persona. Sono dei vantaggi che non possiamo non considerare; e non vale solo per la moda, bensì per ogni settore, dall’oggettistica fino all’arredo di casa.

Il settore dell’insegnamento online

Esami sbarramento? Numero chiuso? Costose e impegnative trasferte per conseguire la Laurea dei propri sogni? Da qualche anno a questa parte per un numero sempre crescente di studenti ha optato per la frequentazione virtuale dell’Università. Le prime a fiutare l’odore del business crescente e di una domanda che pare non conoscere flessione sono stati gli istituti privati. In questo articolo vedremo quelle considerate le migliori nel 2019. Contine reading