Moda 2013/2014: i brand emergenti

desigual1Il panorama della moda finalmente subisce uno scossone deciso. Sono tanti, infatti, i nuovi brand che hanno portato una ventata d’aria fresca in quella che viene definita la moda giovane, quella pensata per i ragazzi, ma che piace tanto anche agli over trenta. Streetwear, moda da strada, è il trend che spopola tra le nuove generazioni, ma anche tra i più adulti quando si trovano fuori dal rigore di gesso degli uffici, via la cravatta e si mette su una bella felpa, magari con dei graffiti stampati, jeans e sneakers e va dalle scarpe donna ai pantaloni per uomo. Ma la moda da strada altro non è che l’abbigliamento dei giovani appassionati di Hip Hop, trend che ha inizio negli Stati Uniti e che viene esportato con estrema facilità.

Gli stilisti più blasonati però, per lo più, sono italiani o comunque europei. Questo è il caso di un brand spagnolo che, in meno di 5 anni, ha conquistato tutte le migliori vetrine del vecchio continente. Si tratta dell’ormai noto brand Desigual, caratterizzato da una produzione stravagante, giovane, multicolor, fuori dagli schemi. Amato sia dai giovani che dai meno giovani, propone capi estremamente originali, tutti freschi e colorati, che mettono allegria e rompono la monotonia dell’inverno. Vestiti da donna, maglie unisex, ma non solo, borse e accessori, Desigual ha fatto il pieno di vendite su tutti i fronti.

L’abbigliamento da uomo è invece firmato Your Turn, e Jack & Jones. Quest’ultimo ha una vasta produzione di t-shirt, accessori e calzature di tendenza. Capi innovativi che possono essere facilmente abbinati anche a elementi più seriosi per un outfit versatile sia per il tempo libero che per l’ufficio. Alla fine, infatti, è anche una questione di accostamenti, si può essere originali e giovani senza perdere in stile ed eleganza. Da menzionare anche il brand di Marc Ecko & Co, Ecko appunto, che ha realizzato collezioni notevoli votate allo urban style. I migliori Streetwear shop online offrono notevole disponibilità e prezzi davvero convenienti.

L’industria degli elettrodomestici: chi sale e chi scende

Marshall-Amp-FridgeIl bianco trema e non per il freddo. L’andamento delle vendite, nel primo e secondo trimestre del 2013 non si può certo classificare come positivo. L’industria degli elettrodomestici soffre per la crisi, ma cerca di tenersi a galla. Buono l’andamento delle vendite dei frigoriferi, mentre calano le vendite di radio e TV, ben il 5,9% in un anno, da giugno 2012 a giungo 2013. Gli acquisti sono dunque crollati rispetto agli anni precedenti, strozzando un settore che non riesce a risalire la china.

A mantenere sufficienti le vendite sono, come detto i frigoriferi. Nel 2012 hanno avuto un discreto fatturato quelli combinati e a libera installazione, bene anche quelli con tecnologia No Frost, meno bene, invece, gli altri. Il motivo è di facile intuizione, questa tipologia di frigorifero è la più versatile e per tanto la più venduta, proposta a prezzi variabili, è alla portata di tutti. I frigoriferi Samsung registrano buone vendite, grazie anche alle innovazioni presentate alla Fiera di Berlino, come il T9000, frigorifero futuristico con sistema operativo Linux che permette di interagire con lui tramite uno schermo LCD.

Bene anche i frigoriferi Smeg, l’azienda italiana che, nonostante il trend nazionale negativo, è riuscita a tenere testa alla crisi. Nel 2012 ha inaugurato ben 6 Show Room all’estero e lo scorso anno ha registrato un bel +8% dei ricavi rispetto al 2011. Fatturato positivo per Ariston che con il suo + 5,9% del 2012 ha deciso di rafforzare le sue politiche di sviluppo orientandosi su prodotti ad alta efficienza energetica, come i frigoriferi Ariston. Trend negativo, invece, per il gruppo italiano Indesit.

La crisi sembra non dare tregua a quest’azienda che registra un -3,8% . Le cause sono da individuare nella lunga recessione europea e nell’andamento troppo sfavorevole delle valute. Molte aziende, italiane e non, cercano di arginare la crisi spostando all’estero i centri produttivi, soprattutto in Polonia, Ungheria o, in Repubblica Ceca, come ha chiaramente espresso di voler fare la Haier.