Carlo De Benedetti

Carlo-De-BenedettiCarlo De Benedetti, uno dei nomi più noti tra i vari dirigenti italiani e “capitani di industria”. De Benedetti, nato a Torino nel 1934, ha una storia professionale fatta di alti e bassi, di successi e fallimenti.

Il primo lavoro è stato nella ditta del padre, la Compagnia Italiana Tubi Metallici, arrivato dopo il conseguimento della laurea, nel 1958, in ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Torino (per questo motivo è ancora oggi chiamato “l’ingegnere”). Nel 1972, insieme al fratello Franco, ha acquisito la ditta Gilardini, allora specializzata in affari immobiliari. I due (Carlo su il presidente, mentre Franco il vice-presidente) la faranno diventare una ditta di grande successo nel settore metalmeccanico. La Gilardini viene venduta nel 1976 alla Fiat, una delle più grandi aziende automobilistiche al mondo.

In seguito a questo affare, Carlo viene nominato Amministratore Delegato dell’aziende del Lingotto. L’incarico durò solo 4 mesi, al termine dei quali egli venne rimosso dal ruolo da parte della famiglia Agnelli. Le prime voci volevano a causa del fatto che gli Agnelli scoprirono un tentativo di scalata in società, probabilmente, come lo stesso De Benedetti disse solo nel 2009, la motivazione era legata a contrasti sulla decisione di ridurre il numero di addetti alla manodopera, con De Benedetti che era favorevoli, gli Agnelli contrari.

Dopo la parentesi in Fiat, De Benedetti assunse il comando della italiana Olivetti, dando una mano a questa azienda dal grande nome e dai debiti ancora più grandi, a riprendersi. A seguito di una grave crisi, nel 2006, 1996, lasciò la presidenza, dopo aver creato la Omnitel, nota azienda di telecomunicazioni italiana, oggi Vodafone.

Nel 1985 acquisì il gruppo Buitoni – Perugina, per rivenderlo poi tre anni dopo a Nestlè. Quattro anni prima, nel 1981, entro a far parte del Banco Ambrosiano, dopo aver acquistato il 2% delle azioni, nelle veci di vice-presidente. Rimase in carica solo due mesi, al termine dei quali, si dice, intascò una plusvalenza derivante dalla vendita delle azioni di circa 30 miliardi di lire.

Il 1987 è l’anno dell’ingresso nel mondo dell’editoria, con l’acquisizione di una quota importante di Arnoldo Mondadori Editore. Oggi De Benedetti è presidente del Gruppo Espresso.